Corridoi ecologici lineari della rete dei boschi - Città Metropolitana di Firenze

Elementi lineari che rappresentano i collegamenti ecologici della rete dei boschi.

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Field Value
Last Updated May 4, 2023, 00:16 (UTC)
Created May 4, 2023, 00:16 (UTC)
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lineage In Toscana la LR 56/2000 denomina i corridoi ecologici “Aree di collegamento ecologico – funzionale”, di cui fornisce la definizione all’art. 2, comma 1, lettera a); inoltre, all’art. 10 detta norme sull’individuazione, sulla ricostituzione e sulla tutela di tali aree.La Provincia, in adempimento alla suddetta legge regionale, ha promosso lo studio per l'individuazione delle aree di collegamento ecologico sul territorio della Città Metropolitana di Firenze (a cura di Direzione Agricoltura, Caccia, Pesca e Risorse Naturali - U.O. Conservazione della Natura e Biodiversità con la collaborazione di NEMO Nature and Environment Management Operators Srl - anno 2007) ed ha indicato nel Piano Territoriale di Coordinamento le aree di collegamento ecologico funzionale individuate facendo riferimento alla deliberazione regionale 1148/2002 attraverso la quale la Regione ha dettato “Indicazioni tecniche per l’individuazione e la pianificazione delle aree di collegamento ecologico”.Fra gli infiniti percorsi possibili sono stati individuati i tre percorsi di minor costo di attraversamento da ciascun nodo della rete ad un altro, in base alle tre differenti carte di permeabilità ecologica provinciale elaborate. I tratti dei corridoi sono stati in seguito differenziati in quattro classi per relative quattro tipologie di collegamenti ecologici: corridoi continui, da riqualificare, discontinui, interrotti. Più in generale, tutto il sistema di collegamenti ecologici (per tutte le tipologie ambientali) individuati è da considerarsi come indicativo di direzioni di flusso genetico intraprovinciale.Per realizzare un prodotto completo dal punto di vista analitico e rispettoso al massimo delle linee guida APAT, delle indicazioni tecniche regionali e degli altri riferimenti metodologici riconosciuti dalla comunità scientifica nazionale, la realizzazione delle Carte delle reti ecologiche provinciali è stato il risultato di un processo analitico in senso prevalentemente strutturale (individuazione degli elementi geomorfologici, idrografici, di uso del suolo, di frammentazione, ecc.) e funzionale, individuando nodi, pietre da guado, aree di collegamento e zone cuscinetto in funzione specifica, riferita cioè ad un gruppo di specie guida, valorizzando peraltro anche la funzione di tali aree nel senso ecologico più ampio, inteso come possibilità di serbatoio e di scambio di individui, di materia, di pool genetico, di energia. Il criterio gestionale ha inoltre permesso di analizzare la distribuzione e l’estensione delle aree a vario titolo individuate di maggior importanza naturalistica: Siti di Importanza Regionale (SIC, ZPS), Aree Protette (Parco Nazionale, Riserve Statali, Riserva Provinciale, ANPIL), IBA (Important Birds Areas). Tale analisi ha fornito un contributo aggiuntivo per la corretta individuazione delle differenti unità. Al fine di rispettare quanto indicato nel cap. 6 della Deliberazione G.R. 1148/2000, sono state individuate sei tipologie ambientali di sintesi che comprendono le tipologie ambientali di collegamento indicate nella Deliberazione citata: per le specie legate a questi ambienti sono state individuate altrettante reti ecologiche.Per la complessità delle elaborazioni necessarie e per la scelta precedentemente dichiarata di elaborare reti ecologiche per gruppi molto ampi di specie, non è stato tenuto conto della morfologia del territorio, se non per comprendere, in fase di analisi finale, la tipologia del collegamento individuato. Per ottenere un’individuazione delle aree di collegamento, continue e discontinue, il più possibile aderente al valore ecologico reale del territorio, in assenza di dati cartografici sul valore naturalistico provinciale, è stata inoltre utilizzata una metodologia di elaborazione dei dati con sistemi GIS, definita path analysis. Tale tecnica informatica, già applicata in altri casi in Italia e modificata secondo principi descritti successivamente, individua la permeabilità potenziale del territorio provinciale, sulla base della cartografia dell’uso del suolo e di valori di impedenza/permeabilità attribuiti alle differenti tipologie.
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